Un intervento dell'ambientalista Pio Abiusi sulla Siderpotenza
Avemmo già modo di verificare come le truppe dell’Assessore Mancusi viaggino con un po’ di ritardo nella concessione delle A.I.A.
Non di tutte , solo di quelle relative agli impianti che rappresentano criticità , eufemisticamente parlando, è il caso di Fenice in arretrato di oltre 5 anni ed è il caso di Siderpotenza giacente presse gli uffici regionali del 31 gennaio 2006.
I commenti sono già stati fatti abbondantemente ,si ha il “sospetto” che solo le procedure AIA per le quali non si trova nessuno disposto a firmare i documenti autorizzativi
non procedono.
Di tanto in tanto a Potenza si sviluppa il dibattito sulla in città presenza della Siderpotenza; questa volta è stato arricchito includendovi la centrale di trasformazione ENEL sita in via del Gallitello, anche essa ormai in città.
Questo ultimo aspetto è un classico che appassiona un po’ tutte le città man mano che il perimetro urbano si allarga e ci si avvina a queste strutture, riguarda altresì i campi elettromagnetici emessi dalle antenne dei telefonini, dai ripetitori disseminati un po’ in tutto il territorio, dagli elettrodomestici di casa e via via tutti quei momenti della vivere moderno e che richiedono l’uso di apparecchiature elettriche.
Visto che ci stiamo diremmo che sarebbe interessante conoscere la fine che ha fatto il piano delle antenne commissionato a qualcuno ed abbondantemente ignorato.
Per ciò che riguarda i campi elettromagnetici sprigionati dalla centrale Enel , essi si possono ridurre interrando i cavi e vi sono apposti linee guida riconosciute dall’OMS che, pur non dando certezze assolute, sono punti di riferimento; si può richiedere una collaborazione con l’ISS- Istituto Superiore della Salute, trascurando l’Asp, specie quella di Venosa.
Per Siderpotenza, i riflettori di tanto in tanto si accendono e sarebbe bene venirne a capo. Di sicuro non è colpa del nostro Antonio Nicastro se ha il naso sopraffino ed abita in prossimità all’impianto; egli annusa cattivi odori, dovrà farsi registrare le papille olfattive dalla Simens.
Se pur vero, inoltre, che la letteratura ricorrente afferma che detti impianti non emettono diossina è pur vero che Arpab non è ancora l’attrezzata per la sua rilevazione.
Le truppe d’elite di Mancusi provvedano a completare la procedura AIA e facciano chiarezza e solo dopo attrezzino una risposta compiuta e coerente.
Il monitoraggio della zona spetta ad Arpab e su questo c’è convergenza ed è anche vero che gli ultimi risalgono al 2009 all’epoca cioè del tuttoappostismo di Sigillito, si rende non più rinviabile attrezzare un piano adeguato e serio, cose che da un po’ di tempo Arpab sa fare con abnegazione dei suoi addetti e con apprezzamento da parte dei cittadini. Vedasi l’azione compita per pervenire a scoprire le cause dell’inquinamento che ha causato la moria di pesci nel fiume Basento in agro di Ferrandina.
L’epoca degli architetti che progettano le piccole bare per i pesciolini morti da inquinamento sembra chiusa
Resta, comunque, un fatto e che non è delocalizzando che si risolvono i problemi, L’impianto deve rispettare i parametri previsti di immissione nell’ambiente, ovunque.
Qualora questi parametri non siano rispettati, Siderpotenza dovrà prontamente adeguare gli impianti a prescindere dalla ubicazione dell’opificio.
Non di tutte , solo di quelle relative agli impianti che rappresentano criticità , eufemisticamente parlando, è il caso di Fenice in arretrato di oltre 5 anni ed è il caso di Siderpotenza giacente presse gli uffici regionali del 31 gennaio 2006.
I commenti sono già stati fatti abbondantemente ,si ha il “sospetto” che solo le procedure AIA per le quali non si trova nessuno disposto a firmare i documenti autorizzativi
non procedono.
Di tanto in tanto a Potenza si sviluppa il dibattito sulla in città presenza della Siderpotenza; questa volta è stato arricchito includendovi la centrale di trasformazione ENEL sita in via del Gallitello, anche essa ormai in città.
Questo ultimo aspetto è un classico che appassiona un po’ tutte le città man mano che il perimetro urbano si allarga e ci si avvina a queste strutture, riguarda altresì i campi elettromagnetici emessi dalle antenne dei telefonini, dai ripetitori disseminati un po’ in tutto il territorio, dagli elettrodomestici di casa e via via tutti quei momenti della vivere moderno e che richiedono l’uso di apparecchiature elettriche.
Visto che ci stiamo diremmo che sarebbe interessante conoscere la fine che ha fatto il piano delle antenne commissionato a qualcuno ed abbondantemente ignorato.
Per ciò che riguarda i campi elettromagnetici sprigionati dalla centrale Enel , essi si possono ridurre interrando i cavi e vi sono apposti linee guida riconosciute dall’OMS che, pur non dando certezze assolute, sono punti di riferimento; si può richiedere una collaborazione con l’ISS- Istituto Superiore della Salute, trascurando l’Asp, specie quella di Venosa.
Per Siderpotenza, i riflettori di tanto in tanto si accendono e sarebbe bene venirne a capo. Di sicuro non è colpa del nostro Antonio Nicastro se ha il naso sopraffino ed abita in prossimità all’impianto; egli annusa cattivi odori, dovrà farsi registrare le papille olfattive dalla Simens.
Se pur vero, inoltre, che la letteratura ricorrente afferma che detti impianti non emettono diossina è pur vero che Arpab non è ancora l’attrezzata per la sua rilevazione.
Le truppe d’elite di Mancusi provvedano a completare la procedura AIA e facciano chiarezza e solo dopo attrezzino una risposta compiuta e coerente.
Il monitoraggio della zona spetta ad Arpab e su questo c’è convergenza ed è anche vero che gli ultimi risalgono al 2009 all’epoca cioè del tuttoappostismo di Sigillito, si rende non più rinviabile attrezzare un piano adeguato e serio, cose che da un po’ di tempo Arpab sa fare con abnegazione dei suoi addetti e con apprezzamento da parte dei cittadini. Vedasi l’azione compita per pervenire a scoprire le cause dell’inquinamento che ha causato la moria di pesci nel fiume Basento in agro di Ferrandina.
L’epoca degli architetti che progettano le piccole bare per i pesciolini morti da inquinamento sembra chiusa
Resta, comunque, un fatto e che non è delocalizzando che si risolvono i problemi, L’impianto deve rispettare i parametri previsti di immissione nell’ambiente, ovunque.
Qualora questi parametri non siano rispettati, Siderpotenza dovrà prontamente adeguare gli impianti a prescindere dalla ubicazione dell’opificio.
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